[...] Galbiati e Luginbühl rivisitano la fiaba come un viaggio intimo dove lo spettatore, giovane o adulto che sia, si ritrova a percorrere la via indicata dalla voce in cuffia solo con se stesso, coi propri fantasmi e la propria fantasia. Le stanze che deve percorrere sono spoglie, alcune buie, profumano di legno. Al loro interno poche tracce, segni di un turbamento interiore o, più semplicemente, indizi per riannodare i fili della narrazione. Sono stanze dove l’estetica si unisce al sensoriale. Ma anche luoghi dove l’estasi incontra la paura. Dove, per un istante, anche noi abbiamo fatto un salto indietro nel tempo, ripensando a quella fiaba, alla prima volta che ce l’hanno letta o raccontata. Ecco. Il pregio di .h.g. sta sostanzialmente nell’aver usato dei registri semplici, senza presunzione, con l’unico obiettivo di affascinare attraverso una sintesi del racconto con il “profumo dei suoni” e il loro potere evocativo. Beh, troviamo che il progetto sia pienamente riuscito. Bravi.

Il Corriere del Ticino (Svizzera)

Trickster-p

The game

Il mondo così come l’abbiamo costruito è il risultato del nostro modo di pensare. Non possiamo cambiarlo se non cambiamo il nostro modo di pensare.

Eutopia

Le storie della Terra hanno cambiato di natura e di scala: non scriviamo storie per raccontare la creazione o il corso del mondo, ma per scongiurarne la fine.

Book is a Book is a Book

Ts'ui Pen avrà detto qualche volta: “Mi ritiro a scrivere un libro”. E qualche altra volta: “Mi ritiro a costruire un labirinto”. Tutti pensarono a due opere; nessuno pensò che libro e labirinto fossero una cosa sola.

Nettles

A che età si smette di essere orfani? Chi perde il padre, mettiamo a sessant’anni, si può definire orfano? A dieci sì, ma a quaranta? (...)

Twilight

Coreografia per la luce che muore

Sights

Abbiamo incontrato delle persone cieche. Alcune sono cieche dalla nascita, altre hanno perso la vista nel corso del tempo. Abbiamo chiesto loro di raccontarci come vedono

B

Percorso sonoro a stanze attorno alla fiaba di Biancaneve

.h.g.

Installazione in 9 stanze, un prologo e un epilogo

Nettles

Trickster-p — Projects — Nettles

Con Nettles, Trickster-p invita lo spettatore ad immergersi in un’esperienza dalle molteplici sfaccettature che esplora in maniera dialettica i due estremi del nostro viaggio umano: l’infanzia e la morte.
L’infanzia di Nettles non si riferisce, tuttavia, ad un semplice momento anagrafico quanto ad un contenitore di ben più ampie dimensioni che accompagna simbolicamente e metaforicamente tutta la nostra vita adulta, così come la morte non è solo l’inevitabile arrestarsi del battito vitale, ma una ben più forte dimensione archetipica che ci connette a dimensioni ignote ed inquietanti.
Come è ormai tratto comune della sua peculiare poetica, Trickster-p lavora in assenza di performer e colloca lo spettatore al centro dell’evento drammaturgico.
Guidato attraverso un percorso con l’ausilio di cuffie questi viene lasciato libero di elaborare in totale solitudine la relazione con l’esperienza di cui è nel contempo testimone ed attore, e di vivere in prima persona il susseguirsi di atmosfere basate essenzialmente sul potere trasformativo dell’immaginazione.
La voce che lo accompagna nel viaggio crea connessioni, stupori, misteri, dati di fatto, momenti di vita vissuta che esplorano la sottile linea di confine tra sogno e realtà, memoria e riflessione, inquietudini dell’infanzia e immanenza della morte.
Nettles è l’ascolto di un io che si fa carico di rivelare i propri pensieri, e che lascia che schegge autobiografiche e momenti di grande intimità irrompano nella crudezza dei temi e nell’inevitabile radicalità del confronto con la fine. Se la vulnerabilità dell’essere umano si manifesta nel doppio piano della fragilità del corpo e della vita onirica e misteriosa del nostro io più profondo, la primordialità dell’infanzia si concretizza nella ferocia dei ricordi e nelle ossessioni della memoria.
Immerso in un’ambientazione sonora e visiva che amplifica ed espande i livelli di lettura, il viaggio fra le stanze è un percorso fisico che è metafora di un movimento intimo e mentale, oltre che di un’esperienza profondamente emotiva e umanamente coinvolgente.

Crediti

Concetto e realizzazione

Cristina Galbiati & Ilija Luginbühl

Dramaturg

Simona Gonella

Voce

Cristina Galbiati (versione italiana), Gabriella Sacco (versione inglese), Dorit Ehlers (versione tedesca), Bodil Alling (versione danese)

Collaborazione artistica

Yves Regenass, Mamoru Iriguchi

Spazio sonoro

Zeno Gabaglio

Editing and mixing

Lara Persia - Lemura Recording Studio

Realizzazione spazi

F.M. Scenografie srl (Buccinasco)

Consulenza informatica

Roberto Mucchiut

Stagiste

Gaia Bozzi, Veronica Ferrari, Martina Galbiati (studentesse del Triennio in Scenografia di NABA) con la supervisione di Francesca Guarnone

Un ringraziamento particolare a

Gessnerallee Zürich, NABA-Nuova Accademia di Belle Arti, Margherita Palli Course Leader del Triennio in Scenografia di NABA e la docente Francesca Pedrotti

Produzione

Trickster-p, LAC Lugano Arte e Cultura

Co-produzione

Teatro Sociale Bellinzona, Theater Chur, ROXY Birsfelden, TAK Theater Liechtenstein, FOG Triennale Milano Performing Arts

Con il sostegno di

Pro Helvetia – Fondazione svizzera per la cultura
DECS Repubblica e Cantone Ticino – Fondo Swisslos
Comune di Novazzano
Fachausschuss Tanz & Theater BS/BL
Percento culturale Migros
Göhner Stiftung
Landis & Gyr Stiftung
Fondazione Winterhalter

Press review

La Regione (Svizzera)

[...] Un viaggio emotivamente intenso e onirico percorso sotto l’ombra, tutt’altro che minacciosa, della morte, l’assenza che dà il senso a quello che abbiamo presente.

Theater der Dinge (Germania)

[...] Nettles mette in gioco tutta l'inconsolabilità del morire. Gli aneddoti, le riflessioni e i sogni della voce narrante ruotano intorno all'irrevocabilità della perdita, alla sua inaccessibilità e alla relativa urgenza di sapere: che cosa significa morire e quali sono gli effetti del lutto? Il dolore non è rappresentato come una sopraffazione frontale, né come una manifestazione eclatante di grida e pianti, ma come un lento e prudente girare intorno a una perdita che irrompe nella vita come qualcosa di incomprensibile. In Nettles, questa incomprensibilità non conduce a una scialba resa all'assurdo e all'inevitabile, ma sembra piuttosto indicare un legame profondo tra la natura enigmatica dell'arte e quella della vita.